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Vivere col signor P. L’importanza di fare Associazione

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di Maurizio Scordino

Ho realizzato di recente, insieme all’amico Gianni Armano che ne ha curato le riprese
e il montaggio, uno spot per spiegare a chi soffre di Parkinson, alle loro famiglie e
anche a chi non ne soffre e non sa nulla di questo mondo, la differenza tra restare soli
a combattere contro una malattia subdola e (per ora) invincibile, oppure entrare a far
parte di un gruppo coeso come lo è l’Associazione Parkinson di Alessandria OdV, di
cui appunto faccio parte.
In conseguenza del mio lavoro ho ricevuto moltissimi complimenti, che ovviamente mi
hanno fatto molto piacere. Allo stesso tempo, però, mi hanno fatto riflettere
sull’effettivo merito che ho avuto, rispetto a quello silenzioso e quotidiano della
comunità di pazienti cui da qualche anno, orgogliosamente, appartengo.
Ho infatti pensato a quanto sia stato facile, per me, riuscire a mettere insieme le buone
idee e le parole giuste per realizzare questo filmato. Mi è bastato infatti sapere che
quando si gode, come appunto nel mio caso, della stima incondizionata da parte di
moltissimi amici che vivono la mia stessa condizione, ci si sente più forti e carichi di
fiducia in sé stessi. Uno stato di grazia, che mi sprona a impegnarmi in qualcosa che
risulta essere di utilità collettiva, riuscendo così a dare sempre il meglio che posso.
E poi, la consapevolezza di avere lo stimolo costante del loro (mi riferisco a malati e
caregiver) modo di vivere la malattia. Sì, il loro, giacché io – fin che dura – posso
considerarmi un privilegiato per l’approccio affatto aggressivo che il signor P. ha
assunto nei miei confronti. Le frasi e i testi che ho inserito, infatti, non sono il frutto
della mia fantasia, bensì il riporto fedele di quanto in ogni occasione ascolto da loro.
Anche quando non lo dicono espressamente, perché è nei fatti che traspare la loro
forza per continuare a lottare nonostante tutto e tutti. Io mi sono solo limitato a
registrarla: l’ho semplicemente ridotta entro i tempi tecnici consentiti da uno spot.
E ancora loro, non io, hanno saputo rendere nelle immagini che li riprendono, quella
dignità che appartiene a tutto il nostro gruppo nella sua interezza e che per me
costituisce un esempio da seguire, oltre a un viatico per il futuro che verrà.
È il mio Gruppo, in definitiva, che se un merito esiste in tutto ciò, ha quello di avermi
concesso l’opportunità di mettere a disposizione di una buona causa quel tanto e quel
poco che so fare.

Certo, forse avrei preferito farne volentieri a meno? Probabilmente sì, almeno quanto
lo avrebbero preferito tutti loro. Ma questa, come si dice in questi casi … sarebbe una
storia diversa. Una storia che oggi, però, non ha più alcun senso rimpiangere.

Sotto: Spot trasmesso su Rai3 Piemonte lo scorso 1° febbraio